COOPERATIVA IRON ANGELS

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La cooperativa Iron Angels è il risultato di un percorso formativo diretto dal maestro Riccardo Dalisi con un gruppo di giovani del Rione Sanità di Napoli. Oggi è un laboratorio artistico, che produce opere uniche anche su commissione utilizzando materiali poveri. Mediante la collaborazione con gli operatori culturali e turistici del territorio, valorizza l'artigianato locale, promuove percorsi di inclusione sociale e incentiva il rapporto tra tradizione e contemporaneità. Creatività e fantasia si esprimono con materiali poveri in complementi d'arredo, oggetti della vita quotidiana, composizioni e sculture. Le opere realizzate, sono legate al principio che a fare l'opera d'arte non è né il materiale né il soggetto, ma solo l'immaginazione e la fantasia dall'artista che prendono consistenza e corpo nella materia.

Francesco Porzio

Le sue figure di metallo hanno la leggerezza del battito d’ali di una farfalla. Sono infatti angeli, uccelli, stelle comete, figurine graziose, petali e foglie di fiori che sbocciano su lunghi steli sinuosi, visini paffuti e un po’ buffi di animelle curiose che si affacciano al mondo, profili leggeri, occhi sognanti e fili ondeggianti di capelli ricciuti, le sue sculture in metallo. Ferro, rame, zinco. Materiale povero che piccoli colpi di martelletto di legno, a centinaia, plasmano per dar vita a un’idea, a una creazione della fantasia che gioca con il rigore del metallo e lo trasforma. Arte “povera” la sua, dove di “povero” c’è solo l’umiltà della materia. Perché la semplicità della rappresentazione dell’oggetto e della figura sono trasformate dalla ricchezza della fantasia. Francesco ha da poco superato i venti anni e si è scoperto scultore frequentando la parrocchia di Santa Maria della Sanità di Napoli con i ragazzi del rione. Luogo magico al centro di un quartiere che alla fama di “degradato” reagisce con la vitalità di una intera comunità. Qui un gruppo numeroso di ragazzi (e di qualche oramai ex-ragazzo) che non accettano questa etichetta sta costruendo per sé e per la comunità opportunità concrete: lavoro, turismo, arte, teatro, musica, cultura, studio, impegno con i più piccoli. Un progetto che è un vero e proprio programma di vita che poggia sulla valorizzazione delle persone, del territorio e della comunità intera.

Allievo di Riccardo Dalisi

Qui, frequentando la parrocchia della Sanità, Francesco ha incontrato Riccardo Dalisi, un grande dell’arte contemporanea partenopea. Nasce architetto, Dalisi, ma poi diventa designer, di fama internazionale. Autore di un importante testo su Gaudì - architetto cantore del suo popolo, di cui ha interpretato vita, sofferenze e speranze nelle sue opere monumentali -, racconta di avere imparato dai bambini alcune delle sue creazioni più riuscite.

Perché è per le strade di Napoli, nei rioni più difficili, a contatto con il territorio, con la gente, con gli artigiani e soprattutto con i bambini che Dalisi “crea”. Arte povera, materiali poveri, artisti di strada, linee essenziali. E studio, molto studio, per ricreare nella semplicità delle forme e nella funzionalità degli oggetti il linguaggio del “cuore”. Arte che si sposa con il sentimento e con la poesia e affonda le sue radici nella tradizione. Arte che fa della semplicità il punto massimo della creatività. È sua la caffettiera Alessi assurta a simbolo della città di Napoli. Dietro ci sono anni di studio. La semplicità delle forme e l’apparente spontaneità e ingenuità delle rappresentazioni sono il frutto di una scelta artistica meditata e abbracciata con convinzione e trasporto.

Le opere di Dalisi sono tutt’uno con il paesaggio, l’ambiente, le tradizioni e quella cultura che viene dal basso che ha origine nella “Grande Storia” degli ultimi. Dalisi è artista che, con le sue opere, sembra farsi interprete e portavoce di quei “poveri di spirito” delle beatitudini del Discorso della Montagna. Con il suo insegnamento li aiuta ad essere consapevoli del valore di quella “povertà” e a trasformarla in ricchezza. Nella condivisione e nel contatto con la gente, i bambini e i giovani dei quartieri più poveri di Napoli trova le ragioni e i motivi di un’arte che sa cogliere le fantasie, le emozioni e la poesia di un popolo, le svela, le trasmette e le ripropone al mondo.